Mettere in atto una social media strategy significa anche gestire ed elaborare strategicamente i contenuti che si trasmettono sui diversi canali social. Ciò implica che un social media manager debba anche occuparsi di copywriting: direttamente oppure indirettamente, coordinando una figura alternativa.

Uno per tutti, tutti per uno

Erroneamente diffusa è la convinzione che tutti possano (e sappiano!) fare tutto. I contenuti destinati ai canali social necessitano della stessa cura che si riserva a ogni altro tipo di comunicazione e, se è vero che l’engagement passa anche dalle parole, è necessario che queste siano scelte con intelligenza cognizione di causa.

Noi di Studio Up, per non sbagliare, seguiamo le 6 regole d’oro:

1. Two is meglio che one

Trattasi di una regola applicabile all’ambito della comunicazione in generale: scrivere in coppia, o comunque sottoporre ciò che si scrive al giudizio e alle modifiche suggerite da un partner, garantirà al copy intensità e autenticità maggiori.

Oltre a essere un ottimo antidoto al blocco dello scrittore!

2. Mirare all’obiettivo

Cosa voglio che faccia chi leggerà il mio post? Questa la prima domanda da porsi quando si elabora un social copy. Mai dimenticarsi, infatti, che la misura ultima della nostra social media strategy non sono i like o le condivisioni, ma gli obiettivi finali, che sono obiettivi di business.

Nessun post deve dunque essere fine a se stesso.

3. Breve è meglio

Brevità e chiarezza: queste le caratteristiche madri di un copy efficace.

Se Twitter ci costringe a stare sotto i 140 caratteri, dovremmo attenerci alle stesse restrizioni anche quando scriviamo per gli altri canali. Quando un utente Facebook si imbatte nel cosiddetto blue link of death (See more…) il social media manager ha appena perso un’occasione.

4. Emozionami

Perché un contenuto sia “assimilato” (e quindi notato, condiviso, letto) deve potersi far strada tra migliaia di altri post fino a bucare lo schermo dello smartphone, evocando prima di tutto emozioni. Poi, ma solo di conseguenza, interesse.

5. Coerenza

I contenuti stanno al brand come il brand sta ai contenuti. Anche se il gancio con cui arrivare all’utente è l’emozione (che, nel senso lato del termine, vuol dire anche umorismo, sarcasmo, romanticismo e così via) non bisogna mai rinunciare alla coerenza. Il tono con cui un brand è solito comunicare non dovrà essere stravolto né snaturato dalle scelte editoriali della social media strategy.

6. Tempismo!

Non vi sorprenda scoprire che un social media manager può (e deve) viaggiare nel tempo. Oltre che saperlo controllare.

Programmare i post significa poterli scrivere in anticipo e gli strumenti di analisi di cui un social manager dispone gli permettono di studiare le abitudini temporali del proprio audience (“leggono più al mattino o in pausa pranzo?”) potendo di conseguenza adattare la propria agenda di posting.

Credit: Alistapart.com

“Social media manager o copywriter?” È un articolo di Studio Up Web Agency Milano